A/R: andata e ritorno

Da dove nasce l’idea del titolo?

Il titolo è un po’ provocatoriamente A/R, andata e ritorno, la sigla che si usa sui biglietti di viaggio per dire che si va e poi si torna.
Questo evoca una serie di riflessioni su cosa vuol dire leggere, su cosa vuol dire scrivere.
La lettura è viaggio di andata verso un mondo che è altro rispetto a quello del lettore.
Quando si legge, si stacca dalla quotidianità, dall’hic et nunc, e si entra in un mondo fatto di relazioni, di nessi, di personaggi, di luoghi, di spazi, di tempi ‘altri’ da quelli del mondo in cui si vive, come suggeriscono le copertine dei tre volumi.
Ma sarebbe solo un’evasione se non ci fosse anche un ritorno.
Qual è il ritorno? Il ritorno può voler dire tante cose. Può voler dire che il lettore ritorna al suo mondo più ricco, avendo sperimentato qualcosa, avendo visto e sentito cose che altrimenti non avrebbe potuto vivere di fatto. Il viaggio dalla Terra alla Luna tu non lo puoi vivere, in letteratura in qualche modo sì. Un viaggio in fondo al mare, come quello di Capitano Nemo, tu non lo puoi vivere, in letteratura sì. Puoi tornare più ricco da una serie di esperienze che probabilmente non riusciresti a fare nella vita. Questo è il primo senso del titolo.
Un altro aspetto è l’andata e ritorno sul testo stesso, l’idea di lettura e rilettura, quindi l’idea che la lettura non si consumi solo come intrattenimento, ma consista in questo lavoro di ritorno sul testo, per andare a cercare di verificare la propria ipotesi esplicativa, per andare ad approfondire, a trovare altre cose, eccetera.
L’idea di ‘andata e ritorno’ riguarda anche la scrittura e qui il circolo si fa molto interessante, perché si legge, per capire quel testo si scrive, scrivendo si rilegge e si legge con occhi nuovi. Il riassunto in fondo che cos’è? È il tentativo di capire quel testo comunicandone il senso a un altro. Di fatto leggi, per capire scrivi, scrivendo capisci di più il testo. C’è un continuo andirivieni fra lettura e scrittura. L’una serve all’altra. Quindi il ritorno come vantaggio, sostanzialmente, il ritorno fisico dell’occhio e della mano che viaggiano nel testo letto e scritto, diviene un ritorno come guadagno cognitivo, esperienziale, esistenziale.
Se fosse solo andata, la lettura potrebbe essere qualcosa che fa evadere da sé stessi e dalla realtà, ma non porterebbe un vantaggio, diventerebbe una distrazione. Si può anche iniziare con la lettura come intrattenimento, ma non ci si può fermare lì, anche perché, come già detto, ci sono ormai altre forme di intrattenimento più facili, più apparentemente avvincenti. È giunto il momento di proporre un altro tipo di lettura. Si legge per essere più uomini.
Da un certo punto di vista, questa società folle in cui siamo ci sta costringendo a tornare all’essenziale, alla sostanza anche del leggere e dello scrivere.

Nel titolo traspare anche il tema di Ulisse, del tornare a casa. Nel viaggio della vita i libri sono compagni preziosi per trovare se stessi ed essere in una relazione positiva con gli altri e con il mondo. Perciò la scelta di quali testi accogliere e trasmettere assume un’importanza straordinaria.

Sono tanti i riferimenti letterari che ci hanno indotto a scegliere questo titolo, da Ulisse che torna per riconquistare il regno, a Lo Hobbit, il cui sottotitolo è La riconquista del tesoro, libri che noi leggiamo con i nostri ragazzi. Dall’Odissea in poi di fatto la letteratura è ‘andata e ritorno’, è il luogo privilegiato del nostos, della nostalgia di casa, della malattia del ritorno… nella nostalgia c’è il patire, nel patire l’esperienza, nell’esperienza il cambiamento. In una bellissima intervista il linguista Eddo Rigotti spiega che “esperienza” ha la stessa radice di “pericolo”. Quindi cosa vuol dire fare esperienza? Vuol dire passare un pericolo e poterlo raccontare, cioè attraversare un pericolo e uscirne cambiati.
Non si può eliminare dalla letteratura l’idea di viaggio, di esperienza, di riappropriazione, di conoscenza e riappropriazione di sé, di scoperta di sé che continuamente si può fare se si paragona ciò che si legge con ciò che si è e che si desidera.
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