Dal testo alla scrittura

Noto in questo progetto una grande attenzione al tema della scrittura.

Certamente il percorso di scrittura è un altro punto di forza dell’apparato didattico.
Attraverso l’insegnamento ci siamo accorti che il lavoro su certi testi, su certi generi testuali, portava quasi naturalmente ad apprendere degli atteggiamenti testuali: descrivere, narrare, argomentare, riassumere.
Quindi abbiamo raccolto per ogni genere una serie di esercitazioni che portano, alla fine di quella sezione, a una buona competenza descrittiva, narrativa, espositiva, argomentativa. Sono percorsi molto pensati, molto calibrati anche sul percorso di scrittura.
L’esperienza didattica ci ha mostrato che provare a tessere un testo nuovo a partire da un testo di partenza è una delle attività più fruttuose per imparare a leggere e contemporaneamente a scrivere.
Abbiamo dunque deciso di impostare l’apparato didattico per ogni testo proposto in due sezioni: una prima parte pone domande utili alla comprensione del testo, una seconda parte propone esercizi di scrittura e di riscrittura, anche di invenzione.
Se nei primi due volumi l’intento è quello di favorire il narrare, l’argomentare, il descrivere e l’esporre come esperienze di scrittura, nel terzo si intende portare lo studente alla consapevolezza delle mosse testuali, così che impari a dominare la sua testualità.
È pedagogicamente vincente infatti che lo studente prima faccia una certa esperienza, provando, sbagliando, correggendosi, poi, riflettendo su quanto esperito, capisca cosa ha fatto anche a livello teorico e sia consapevole nell’uso.
Per questo il terzo volume riprenderà tutto ciò che i ragazzi hanno imparato in prima e in seconda per offrire una sorta di breve prontuario di scrittura che possono utilizzare anche in vista dell’esame.
Dall’uso corretto, noi diciamo sempre, alla riflessione sull’uso, alla consapevolezza dell’uso.

In sostanza voi privilegiate l’esperienza della scrittura più che regole da applicare.

Abbiamo sperimentato che anticipare, come fanno certi libri di testo, tutte una serie di prescrizioni, di regole da applicare, mortifica la voglia di scrivere invece che incentivarla. Noi vogliamo fare esattamente l’opposto, come se gli dicessimo: “Narra, provaci! Cerca di rispondere alle consegne seguendo alcune indicazioni; man mano l’insegnante ti correggerà”. Alla fine diciamo: “Bene, hai narrato, cioè che cosa hai fatto?”. E così si guiderà lo studente a capire che ha usato i tempi verbali del passato, che ha diviso i paragrafi in un certo modo, ha fatto un’introduzione, ecc. In questo modo il ragazzo fa propria una prassi, un modo di usare la lingua, perché la narrazione, ad esempio, non nasce dalle regole, bensì da un’esigenza.
Innanzitutto occorre creare l’esigenza del narrare, poi si sistematizzerà la scoperta delle regole del narrare. Ecco, questo è un altro dei nostri cavalli di battaglia didattici: non anticipiamo regole, ma gliene facciamo conquistare le ragioni.

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