Le tappe di un percorso

A/R è il titolo di una nuova antologia, ultima creazione di un percorso le cui tappe hanno i nomi di Storie fantastiche, Circolo letterario, Orizzonti.

Quando ho iniziato a insegnare io e altri colleghi ci siamo ben presto accorti che le antologie in voga presentavano testi poco significativi, sia in ambito letterario, sia in ordine alla specifica esigenza della scuola media di proporre ai ragazzi testi dal contenuto denso, attraente, avventuroso. Molte antologie, infatti, privilegiavano stralci di testi che non riuscivano ad appassionare i ragazzi alla lettura perché un testo estrapolato dal suo contesto non cattura, non intercetta il ragazzo.
La pagina, pur bella, ma decontestualizzata, il frammento d’autore, il saltellare da un brano all’altro, non aiutano la comprensione dei significati testuali, non permettono al giovane di affezionarsi a personaggi e contesti, di stupirsi degli eventi, di lasciarsi dominare e di dominare il lessico specifico di un autore e conseguentemente di entrare in dialogo con le sue categorie di riferimento.
Per anni il lavoro è consistito nella ricerca di testi semanticamente densi, di valore dal punto di vista letterario e in grado di attrarre i ragazzi.

Quale esigenza è all’origine di questo ulteriore progetto, quale passo nuovo contiene?

Utilizzando in classe le nostre precedenti antologie, ci siamo resi conto che i testi scelti hanno una loro efficacia, ma molti docenti, soprattutto quelli che si affacciano per la prima volta al mondo della scuola, ci hanno manifestato il bisogno di percorsi più espliciti e dettagliati per insegnare a leggere quei testi e per insegnare a scrivere a partire da essi.
Tale richiesta ci ha portati a maturare l’idea di raccogliere le esperienze didattiche più significative fatte sui testi delle precedenti antologie e di delineare per ciascun testo delle domande che insegnassero agli studenti a leggere e a scrivere.

Chi sono gli autori?

Oltre ai tre curatori, docenti che hanno una lunga esperienza, hanno collaborato diversi giovani docenti. C’è quindi un mix di lunga e ricca esperienza e di freschezza propria dei giovani.
Ritengo necessario e avvincente lavorare con colleghi più giovani, perché hanno una visione più diretta degli studenti, sono più vicini a loro, al loro modo di sentire. Non è solo il giovane che ha bisogno del docente esperto; a sua volta il docente esperto ha bisogno del giovane: tale rapporto in campo educativo e lavorativo è vitale.
Occorre lasciare che i giovani docenti siano liberi di mettere in discussione quello che gli “anziani” hanno reputato essere essenziale fino all’altro ieri, per verificarlo insieme a loro, modificarlo, eventualmente rinnovarlo.
I giovani portano istanze nuove, punti di vista nuovi, testi nuovi. C’è una possibilità di formazione continua tra senior e junior.
Questo lavoro tra docenti giovani e docenti di lunga esperienza che stabilmente si vedono e discutono su come si scelgono e leggono i testi, su come si formulano le domande per comprenderli è bellissimo; l’antologia ne è il frutto.

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